Altri regali dal “Dialogo spirituale-un popolo aiuta un altro popolo”

A Zilici-ecosfera, un minuscolo villaggio in Bosnia-Erzegovina; estate 2016: dal pomeriggio della preghiera con la CHANUPA (la sacra pipa lakota) sul libro sacro dell’Islam: il Corano. Terminato il rito Rassim, uno dei partecipanti, commosso fino alle lacrime, dopo aver gridato: “Viva la pace, viva la Bosnia, viva la Serbia!”, ha regalato un bastone da montagna a Cecil Cross. Si tratta del bastone, recante decine di scudetti provenienti da molti luoghi delle Alpi, usato anche durante la guerra partigiana dalla sua famiglia. Nel riceverlo Cecil ci ha detto: “E’ un SAGHE’ “. Così a Saviore abbiamo due SAGHE’, due armi destinate a combattere i nemici che stanno dentro e fuori di noi; non uccidono il corpo, svelano il male annidato nello spirito, annientandolo. Quando viene a Saviore, Cecil, lo vuole accanto al suo letto e lo venera come uno dei grandi regali che ha ricevuto da WAKANTANKA.

 

Eravamo nel TIPI’ a Srebrenica, acceso il fuoco al centro della tenda che è insieme la casa della famiglia ed il fulcro della vita del mondo, prese a cantare la voce del muezzin dal minareto per l’ultima preghiera del giorno, quella della fine del Ramadan; al termine Cecil Cross, riferendosi al genocidio del 1995, ci chiese se sapevamo chi sono stati gli eroi del popolo. Ci guardammo senza sapere cosa rispondere: “I bambini”, ci disse: “Loro hanno salvato le madri dalla disperazione”. Fuori dal TIPI’ trovammo donne e uomini che ci avevano portato in regalo il pane sacro del Ramadan. “E’ un popolo umile, il popolo che regala il pane”, commentò Cecil.

Italo

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