Maridà le pùte

Dopo una pausa durata più di trent’anni, nel 2006 la tradizionale cerimonia Saviorese chiamata Maridà le Pùte (sposare le nubili) ha ripreso vigore e si ripropone come da tradizione ogni venerdì santo. Dalle ore 21 due gruppi di uomini, uno dal Dòs Merlì, sul sagrato della chiesa parrocchiale, un altro dalle “Rumine” nella parte alta del paese daranno vita ai “matrimoni impossibili del venerdì santo”.

Si tratta di un’antica forma di teatro rituale la cui origine è davvero (e non retoricamente) persa nella notte del tempo. Formule canoniche, legate alla stagione che sta per arrivare, vengono gridate e ripetute tra i due gruppi prima dell’annuncio degli “accoppiamenti” e sono seguite da suoni di corni, conchiglie ed altri strumenti tradizionali.

La ripresa di questa tradizione è dovuta alla tenacia della nostra associazione e si è realizzata grazie alla disponibilità dei savioresi decisi ad impedire la dispersione definitiva di un elemento fondamentale della loro storia. Quello che può apparire come una profanazione del momento più drammatico e luttuoso del mondo cristiano, è invece una manifestazione di autonomia culturale e di legame con l’origine della comunità saviorese affondata nei secoli e nei millenni che hanno preceduto l’affermazione del cristianesimo.

Dal 2014 la collaborazione col prof. Giovanni Mocchi, musicologo dell’università di Pavia, e l’arrivo a Saviore di delegazioni di Capovalle (BS) e di Ardesio (BG) si può parlare di un nuovo inizio e di una riscoperta del valore autentico delle tradizioni savioresi. Da alcuni anni la frazione di Valle ha ritrovato nel “Pisaege” (il vero siognificato dell’espressione è parte di una ricerca che vede coinvolti appassionatamente gli abitanti della frazione) il legame col proprio mondo antico. A Saviore, il giorno di San Marco (25 aprile) per il secondo anno consecutivo è stata ripresa la “benedizione dei ginepri” sospesa per quasi 60 anni e ritrovata anche grazie alla conoscenza trasmessa da Cecil Cross (Wichasha Wakan – Uomo Sacro – esponente della comunità Lakota Sioux ) e dal Geshe Lha Tenkiong (monaco tibetano originario della regione del Kham) riproponendo l’utlizzo dell’essenza del ginepro a scopo apotropaico comune a tutti i popoli della fascia vegetazionale sub-boreale.

Per ulteriori approfondimenti sul tema vi rimandiamo al blog Cronache Savioresi

Si ringrazia Cronache Savioresi per la gentile concessione del materiale fotografico