Giornale di Brescia, 01/10/2000
Il CAI dice no alla croce di JOB
Ambientalisti e club alpino contrari al progetto di collocare a Cevo la struttura
L’idea di collocare a Cevo la Croce di JOB non piace proprio agli ambientalisti e neppure al CAI. E addirittura la commissione centrale “Tutela ambiente montano” del club alpino è ora scesa in campo per spiegare le ragioni per cui si ritiene sbagliato, sbagliatissimo, pensare di installare a Cevo l’enorme croce realizzata dallo scenografo Enrico Job. Nei giorni scorsi la commissione del Cai, insieme alle sezioni della ValCamonica del Club Alpino, alla Legambiente, a Italia nostra e agli Amici della Natura di Saviore dell’Adamello, ha firmato un comunicato che sottolinea soprattutto gli aspetti culturali che sconsigliano di dare seguito a quel progetto. Le critiche partono dalla considerazione che l’enormità della struttura (oltre 30 m di altezza) e la collocazione in un luogo esposto alle intemperie (la croce dovrebbe essere installata sull’Androla, la terrazza naturale alleporte di Cevo) <<imporrebbero un intervento di grande impatto ambientale ed i costi di manutenzione si annunciano insostenibili per un piccolo comune come Cevo, che certo non ha risorse da sprecare>>. Inoltre la stessa opera progettata da Enrico JOB <<non si presta ad una collocazione definitiva essendo marcato il suo carattere “scenografico” (è stata infatti usata per un grande incontro del Papa all’interno dello stadio di Brescia).>>.
Club alpino e ambientalisti della valle puntano però particolarmente sulla scelta del luogo, l’Androla, e sulla sua importanza archeologica. <<Le recenti scoperte archeologiche – si legge nel comunicato – fatte nel territorio di Cevo, una stele nord etrusca al Dos-del-Curù ad una quota di quasi 2000 metri, le iscrizioni sempre nord etrusche, ed altre figurazioni dell’età del ferro ritrovate proprio sotto l’Androla, inducono a ritenere che la valorizzazione di questa straordinaria balconata sulla media Valcamonica possa passare per la via più logica e naturale:quella di un ritrovamento di un legame con quel passato che, attraverso il llavoro del Dipartimento Valcamonica del centro camuno degli studi preistorici e dei numerosi soggetti attivi in questo campo, diventa studio, ricerca cultura>>.