Erbe alpine, studio, usi tradizionali, teatro
La montagna è una grande farmacia e i montanari sono i suoi farmacisti. Frequentare la montagna per amore della sua aria tersa, del suo cielo e delle emozioni che la vita libera e selvatica dei suoi animali ci trasmette è solo il primo passo per chi voglia viverla pienamente. Il passo successivo è l’incontro con le popolazioni della montagna e con la loro vita. I Navajo, parenti stretti degli Apache, dicono che la montagna può accoglierti come scacciarti e, nel corso di trent’anni a Saviore, questa grande e, per certi versi, inquietante verità possiamo dire di averla conosciuta e sperimentata. Vale per tutte le cose della natura, dal mare al deserto, dalle isole alle foreste: per quanto l’uomo riesca a adattarla ai suoi bisogni è sempre lei a decidere se e come accogliere o respingere. “Antiche come le montagne” diceva il Mahatma Gandhi parlando della verità e della nonviolenza e nel Vangelo di Matteo il discorso della montagna di Gesù di Nazaret è il “manifesto” di una nuova umanità. La stessa esistenza dei grandi santuari preistorici sulle montagne è la testimonianza della tensione dell’uomo verso il cielo e del suo bisogno di infinito. Il soma vedico che, con denominazioni diverse, è presente in tutte le culture e che viene portato a Gesù bambino dai Re Magi sotto forma di mirra, è la pianta dell’immortalità e dell’incorruttibilità che cresce sulla montagna. Quando, dopo anni, le signore di Saviore si sono decise a parlarci delle erbe della loro montagna abbiamo avvertito nelle loro parole la consapevolezza del valore “sacro” delle erbe e delle piante. Non che non si fidassero di noi, semplicemente la trasmissione delle loro conoscenze era così strettamente intrecciata alla vita e alla morte, alla salute e alla malattia da rendere necessaria una motivazione convincente per procedere nel racconto di cose così importanti. Crediamo di non avere tradito la loro fiducia: ormai se ne sono andate quasi tutte e, fortunatamente, in età avanzata; le sentiamo con noi quando organizziamo uscite sui sentieri, nei boschi e sui prati di Saviore. Dalla primavera all’autunno la montagna ci mette a disposizione una varietà enorme di vegetali e siamo a disposizione di tutti coloro che frequentano la casa-rifugio Alexander Langer per incontri e per l’approfondimento delle preparazione di infusi, tisane e decotti. All’interno del “Vecchio mulino” di proprietà della famiglia Rossi abbiamo allestito una piccola mostra permanente di alcune essenze e in un ambiente così importante dal punto di vista della storia e della vita sociale della comunità, ci viene più facile sentire il respiro del mondo antico. Abbiamo deciso di dare alle conoscenze tradizionali savioresi anche una forma espressiva che chiamiamo: “Teatro delle erbe”. Semplici rappresentazioni di erbe e piante con le loro proprietà affidate non più solo ad una voce, ma a molte voci visit this website. Protagonisti di questa forma di espressione e di comunicazione sono, di volta in volta, i bambini ed i ragazzi del paese, come i partecipanti alle escursioni che, la sera precedente o nell’imminenza dell’uscita, si cimentano nella lettura di testi e contemporaneamente nelle preparazioni. E’ un tentativo, il nostro, di rendere l’atmosfera antica, quando la riunione serale nella stalla o il filò delle donne diventava luogo di socialità e di conoscenza. La nostra casa-rifugio si inserisce così pienamente nell’impegno di tutta la comunità saviorese che sta recuperando molte delle sue feste tradizionali, dal “Maridà le pùte” del venerdì santo, alla benedizione dei ginepri del 25 aprile, dal “Pisàege” della frazione di Valle il 5 gennaio, alla rievocazione della “Transumanza” verso le antiche proprietà dei monti detti de: “L’àitèr” in Trentino. Infine una considerazione che, mentre andiamo sviluppando il nostro lavoro, ci appare sempre più profonda ed importante riguarda la scienza ed il suo valore: l’attestazione degli usi secolari di erbe e piante a scopo terapeutico non rappresenta forse l’applicazione concreta di un metodo “scientifico” almeno altrettanto valido di quello dei laboratori di ricerca e degli studi accademici? Italo
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