Srebrenica

Cari amici, il 18 novembre 2014 a Bolzano, presso i locali della Fondazione Alexander Langer, si è svolto un incontro tra membri della nostra sezione e alcuni giovani bosniaci provenienti dai villaggi di Osmac’e e Brez’ani situati sull’altipiano sovrastante la città di Srebrenica. Patrocinato da Edi Rabini, Presidente della Alexander Langer Stiftung ed alla presenza dello scrittore e storico Andrea Rizza Goldstein, è stata valutata la possibilità di promuovere la creazione di un centro di turismo dolce sotto le insegne della nostra associazione internazionale.

I due villaggi, collocati a circa 1000 metri di altitudine, a causa della guerra sono rimasti disabitati per quasi dieci anni, dal 1993 al 2002 e le stragi perpetrate nel luglio del 1995 hanno tragicamente fatto conoscere al mondo intero la città di Srebrenica. Purtroppo a vent’anni di distanza la situazione è ancora ben lontana dall’aver trovato anche solo una prima definizione. Basti pensare che meno di due anni fa sono stati sepolti i corpi di 409 persone e che oggi, nel centro di identificazione di Tuzla sono più di 1500 i resti umani in attesa di essere identificati.

Al tempo della guerra i ragazzi che abbiamo incontrato a Bolzano avevano tra i due ed i cinque anni e la loro vita, oggi, si svolge all’interno di una situazione incerta e molto difficile. Il loro desiderio non è solo quello di realizzare un luogo di incontro internazionale, ma di farne uno spazio all’interno del quale sia possibile ricostruire la loro identità culturale e umana. Sparsi in piccolissimi borghi, oggi poco più di cento persone vivono sull’altipiano e gli sforzi fatti nel corso di vent’anni dall’associazione “Adopt Srebrenica”, soprattutto attraverso l’introduzione di alcune coltivazioni agricole (piccoli frutti, grano saraceno etc…) rappresentano un percorso ancora in gran parte da compiere. Gli anziani sono scomparsi e la gran parte delle giovani energie umane si è trasferita da tempo a Sarajevo o in paesi europei, motivare un loro ritorno sull’altipiano è immaginabile solo con una ripresa culturale e sociale che potrebbe realizzarsi anche attraverso uno scambio di conoscenze. La nostra sezione potrebbe promuovere il recupero degli usi tradizionali delle erbe e piante officinali e, attraverso la collaborazione con il Parco dell’Adamello, una valorizzazione del loro territorio, così simile a quello della Valcamonica. E’ nostra volontà portare questo impegno anche all’interno del progetto di gemellaggio che abbiamo intrapreso lo scorso anno con il Parco Nazionale della Foresta Nera in Germania e con i Naturfreunde di Dietlingen.

Edi Rabini, Andrea Rizza Goldstein, Italo Bigioli, Marinella Gabelli, Zarko Zekic’, Nemana Zekic, Durakovic’ Merka, Amra Nalic

Di grande valore, politico e umano, è anche l’interesse per questo progetto da parte di Agostino Zanotti e dell’”Ambasciata per la diplomazia locale”, realtà sorta dal sacrificio dei volontari bresciani e cremonesi caduti a Zavidovici nel 1992 nel generoso tentativo di portare aiuto e conforto alle popolazioni martoriate dalla guerra.

Nel proporvi questo nuovo impegno siamo consapevoli di chiedervi un grande sforzo di generosità e di visione politica, sociale ed umana, ma sappiamo che di fronte al fallimento della politica e della diplomazia ufficiali, tocca ai popoli, direttamente e senza mediazioni, costruire un futuro di tolleranza e di pace.

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