Lakota a Saviore. Crowdfunding.

Una raccolta fondi è stata lanciata dalla nostra associazione e da un gruppo di sostenitori del “Dialogo spirituale, un popolo aiuta un altro popolo” per fare tornare i Lakota a Saviore e farli partecipare alla marcia della pace che si terrà in Bosnia il prossimo Luglio. Si tratta di un progetto molto importante che permetterebbe di dare continuità agli incontri con Cecil Cross e il Gheshe Lobsang Tenkyong a Saviore.
Dall’ormai lontano 1995, la sezione di Saviore dell’Adamello dell’ associazione internazionale Amici della Natura, porta avanti con orgoglio l’elaborazione di un vero e proprio logos interculturale tra le montagne della Valcamonica, denominato “Dialogo Spirituale – Un Popolo Aiuta un Altro Popolo” che vede protagonisti alcuni rappresentanti, di grande profondità spirituale, di una tribù di Apaches San Carlos prima, e di Lakota Oglala Sioux della Riserva di Pine Ridge in South Dakota, oggi. Negli anni moltissime persone hanno incontrato i Lakota a Saviore, e potuto apprezzare i loro semplici ma potenti insegnamenti. All’ombra degli abeti rossi della valle di Brata, i Lakota hanno insegnato, a coloro che si sono aperti al confronto e al dialogo, le loro canzoni condividendo momenti importanti come la costruzione dei Tipì e la cerimonia dell’Inipi (la capanna sudatoria). Al “Dialogo Spirituale – Un Popolo Aiuta un Altro Popolo” partecipa, come rappresentante della dimensione tibetana, il Venerabile Geshe Tenkyong, monaco di lignaggio Mahayana formato da quarant’anni di studio in un monastero in indiano, esule dal Tibet e residente in Italia nei pressi di Caorso. Popoli lontani, vittime entrambi di storici e presenti genocidi, (che vediamo come tentativi di estirpare la loro profonda identità spirituale) si riuniscono a Saviore per coniugare il Dialogo Spirituale, rinnovando tutti gli anni l’intento di collaborare per la defiinzione di una nuova e più consapevole umanità, attraverso l’intimo legame che unisce tutti i popoli e tutte le fedi; il rapporto tra uomo e ambiente si traduce in una intensa connessione con la natura e gli esseri che ospita.
Mitakuye Oyasin, direbbero infatti i Lakota; Sarvam Sarvat Makam, il Geshe La; ma il significato è meravigliosamente lo stesso: “(io) sono tutte le mie relazioni”, ossia ogni incontro, ogni esperienza e ogni contatto estetico che ho con il mondo.
La possibilità di ripetere questa esperienza e offrire ad altri l’occasione di partecipare alle iniziative degli Amici della Natura, come successo al nostro gruppo di giovani nel 2012, incontrando nuovamente i Lakota e il Geshe La in una cornice magica come quella della Val Saviore, è , di FONDAMENTALE IMPORTANZA. La montagna fa da cornice ad un’esperienza di autentico confronto, scambio e arricchimento spirituale e culturale. Imparare attraverso la semplicità. E’ questo, di base, il senso del Dialogo Spirituale. Un incontro tra popoli lontani, che permette a noi italiani non solo di avvicinarli e cercare di comprenderli, ma anche di gettare luce nuova sulla nostra medesima cultura, in un momento storico di grave smarrimento identitario.
Italo Bigioli e sua moglie Marinella (presidente e vicepresidente degli Amici della Natura di Saviore) coordinano l’incontro con i Lakota e il Geshe La, i workshop sui loro usi tradizionali, le escursioni nel territorio e saranno portavoce del significato profondo del “Dialogo Spirituale- Un popolo aiuta un altro popolo”.

UN NUOVO OBIETTIVO

Negli ultimi mesi, gli Amici della Natura di Saviore, hanno sposato una causa a favore del popolo bosniaco, anch’esso vittima di genocidio durante la guerra negli anni Novanta, sostenendo il progetto di Irvin Mujcic, originario di Srebrenica, cresciuto in Val Saviore, il quale ha deciso di ritornare nella sua terra natale e aprire una casa-rifugio iscritta al circuito della Natur Freunde International nei dintorni di Sarajevo. Assieme ad Irvin saremo presenti alla seconda marcia della pace, Tuzla-Srebrenica, che avrà luogo a luglio 2016 per celebrare “Il giorno dell’umanità”. Il ritorno dei Lakota e la loro partecipazione, assieme al Geshe La, alla marcia permetterebbe di estendere il “Dialogo Spirituale-Un popolo aiuta un altro popolo” anche al popolo bosniaco, unendo rappresentanti di culture lontane, tanto diverse, ma unite da un unico tragico destino, in un un messaggio dall’altissimo valore simbolico. La loro presenza alla marcia contribuirebbe ancora di più a fare di Srebrenica “la città della speranza, della vita e di un nuovo inizio rispondendo all’odio con l’amore, alla guerra con la pace, alla paura con il coraggio e all’ignoranza con la conoscenza”.

Alla marcia della pace parteciperanno armeni, rom, ebrei: popoli che hanno vissuto l’esperienza della pulizia etnica. Noi partecipiamo a nostra volta come sopravvissuti, fortunamtamente non ad un genocidio ma alla ricerca del profitto cieca e incontrollata; vediamo in tali popoli, che hanno vissuto la tragedia, le risorse umane in grado di darci le parole e le risposte giuste. Hanno vissuto il genocidio proprio perchè portatori di queste verità, in contrasto con l’equilibrio innaturale creato da uno sviluppo che non è possibile definire progresso.
(Annalisa Costa, Matteo Gadola)

https://www.produzionidalbasso.com/project/lakota-a-saviore/

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