18esima Sacred-Run-Corsa Sacra

Cari amici della natura, sabato prossimo 22 luglio 2017 per il diciottesimo anno consecutivo porteremo il testimone degli Apache San Carlos sulla vetta del monte Re di Castello. Contina così la nostra ricerca sul significato del cammino verso il cielo e sulla tappa rappresentata, in questo viaggio spirituale, dalla vetta di una montagna. Che cos’è una Montagna Sacra? L’abbiamo chiesto, più di vent’anni fa a Ola Cassadore, la grande capa degli Apache, la risposta fu: “La montagna Sacra unisce il popolo”. Niente di più semplice e di più complicato. La diciottesima piuma d’aquila, che porteremo con il terzo testimone biforcuto e le strisce dei quattro colori compilate dai partecipanti, che resteranno per tutto l’anno a disfarsi nel vento e nelle intemperie della cima, saranno il segno che porteremo con noi come il camminatore porta la borraccia dell’acqua. Ogni tanto, nel corso dei giorni, potremo avere bisogno di un sorso di quell’acqua. Acqua che è stata la protagonista, quest’estate, delle nostre riflessioni e delle cerimonie (Water Cerimonies) che Cecil Cross ed il Geshe Lha hanno condotto in tutta la valle, dalla sorgente dell’orso di Saviore, alle Cascate del Sellero nella valle di Paisco, fino al torrente Grigna di Esine. La presenza in spirito di Ramond Ruka, medicine-man dei Maori della Nuova Zelanda ha reso ancora più ricca questa eredità che sarà nostro compito mettere a frutto anche nelle battaglie contro lo sfruttamento insensato dei fiumi e dei torrenti. 
Partenza, sabato 22 alle ore 4 del mattino da località “Rasega” di Valle di Saviore, ritorno previsto per la serata. Invitiamo i partecipanti ad essere a Saviore nel pomeriggio di venerdì in modo da poterci organizzare al meglio. Ricordiamo che continua la raccolta di fondi- 5, 10, o 20 euro mensili per un anno, per il: “Dialogo spirituale-un popolo aiuta un altro popolo”. 
Siamo sempre anche in Bosnia ed a Srebrenica in particolare con le parole di Ivo Andric, scrittore bosniaco e premio Nobel per la letteratura: “…da sempre esiste nei ceti borghesi bosniaci sufficiente educazione, sapiente mistificazione e modo di ingannare gli altri…ciò copre e nasconde l’odio…e non gli impedisce di crescere.” Racconti di Sarajevo, pag. 33. Ed. Newton Compton 1993 
Italo per il comitato direttivo. 

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